Le dichiarazioni apparse sulla stampa di alcuni esponenti del mondo conciario sul possibile ulteriore utilizzo di Casa Carraia mi inducono a riconfermare ancora una volta la chiara posizione della mia Amministrazione.
Le Istituzioni e le forze sociali hanno sperimentato con Casa Carraia un metodo fondato sulla loro autorevolezza nell’assumersi precisi impegni rispetto ai cittadini e alle parti sociali interessate. Su questa base è stata aperta, gestita e chiusa la discarica di Casa Carraia.
Una riapertura della discarica è una rinuncia delle istituzioni alla propria credibilità e l’Amministrazione comunale di Empoli, le altre amministrazioni comunali interessate, le Province di Pisa e di Firenze e la Regione non possono permetterlo. Le istituzioni non possono che essere i primi garanti del rispetto delle regole che esse stesse si danno.
E’ appena il caso di ricordare il contenuto di queste regole che trovano fondamento nel Protocollo di Intesa sottoscritto da tutte le Amministrazioni interessate e fatto proprio dalla Regione con delibera del Dicembre 89 e i successivi impegni sottoscritti dalle istituzioni e dalle parti sociali e segnatamente dalle associazioni dei conciatori che a più riprese ha dichiarato di essere perfettamente in grado di rispettare i tempi del Protocollo. Su questa base ha ottenuto le necessarie autorizzazioni ed i finanziamenti a fondo perduto richiesti.
Oggi registriamo un ritardo di almeno tre anni, così sostengono coloro che solo alcuni mesi addietro dichiaravano di poter rispettare i tempi del precedente accordo.
Di fronte a questo evento la riapertura di Casa Carraia, oltre che improponibile per la dignità delle istituzioni, è l’abdicazione ad ogni possibilità di governare il problema nell’interesse dei cittadini e dei conciatori stessi.
Chiunque andasse a proporla o ad avallarla si verrebbe a trovare delegittimato nel rappresentare l’Istituzione, l’Associazione o l’Ente che a suo tempo ha aderito.